Non è solo un modo di dire quando gli occhi non ce la fanno più a stare aperti.
È invece il rischio incombente, subdolo e latente che corrono quanti guidano senza sapere che il sonno da cui si sono appena svegliati è stato inutile e, soprattutto, non è stato sufficiente a cancellare la stanchezza a causa di un disturbo del sonno o delle pericolose apnee notturne (OSAS – apnee notturne di tipo ostruttivo).
Il loro riposo non è stato ristoratore, sono in debito di sonno a causa delle apnee e hanno un rischio maggiore di altri di incorrere in incidenti stradali, anche rispetto a chi fa uso di alcool e droghe.
Con la differenza che, ad un controllo della polizia, l’abuso di l’alcool e droghe può essere facilmente accertato con un semplice test e in qualche modo le persone si sentono «obbligate» a non bere prima di mettersi al volante, mentre oggi nessuno può chiedere a chi va in apnea di andare da un medico per una visita e una eventuale polisonnografia, in altre parole di giungere ad una diagnosi e curarsi.
Esiste una stretta correlazione tra incidenti d’auto da colpo di sonno e OSAS. In sostanza, un soggetto affetto da OSAS è sottoposto a una grave frammentazione del sonno che diviene ‘non ristoratore’ e del tutto inefficace ai fini del vero riposo, con la conseguenza che di giorno si determina una severa difficoltà di concentrazione, con riduzione di attenzione e distrazione alla guida o addirittura, di colpi di sonno al volante, veri brevissimi addormentamenti di qualche istante (microsleep – microsonni) o pericolosamente più lunghi (colpi di sonno).
Le norme di Legge prevedono che “La patente di guida non deve essere ne’ rilasciata ne’ rinnovata a candidati o conducenti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave ed incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell’ attenzione non adeguatamente controllate con le cure prescritte”.
Decreto Legge Delrio del 22.12.2015 e succ. Decreti attuativi (recepimento della direttiva della commissione 2014 / 85 / UE concernente la patente di guida).
Il 90% dei pazienti. e oltre, non e’ pero’ consapevole di soffrire di tale disturbo.
Per loro il rischio di incidenti sul lavoro o alla guida aumenta notevolmente.
I medici hanno gli strumenti per diagnosticare il rischio di essere vittima di apnee notturne attraverso accertamenti semplici e non invasivi, come la polisonnografia.
Invece, sono scarsamente efficaci le contromisure empiriche che gli automobilisti adottano per scongiurare i colpi di sono al volante. Il 54% si ferma e si accontenta dei classici due passi; il 52% alza il volume della radio; il 47% apre il finestrino e il 45% prende un caffè. Ne’ serve muoversi mentre si e’ al volante (27%), mangiare caramelle (32%), bere limonata o altre bevande (26%) sino ad arrivare a chi ritiene (5%) che sia addirittura utile guidare piu’ velocemente per imporsi maggiore attenzione contro la sonnolenza.
Petr quanto concerne i colpi di sonno, il discorso si trasferisce dal letto alla strada e riguarda tutti coloro che, per ragioni professionali, debbono tenere immutata la soglia di attenzione e di veglia, come conducenti, piloti, macchinisti e addetti a plance di controllo e gestione di sistemi complessi.
Il fattore umano riveste una grande ed ineludibile importanza nella salute pubblica, che si integra con il controllo dello stato delle infrastrutture e con le norme.
Il consiglio degli esperti è uno solo ed è molto semplice: se vi sentite stanchi interrompete la guida e mettetevi a dormire in un’area di sosta per almeno 30 minuti. Quindi, se avete il sospetto di soffrire di un disturbo del sonno, chiedete una visita medica per risolvere il problema.
Prof. Dott. Francesco Peverini
Specialista in Medicina Interna
Direttore Scientifico della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno Onlus
Studio Via Antonio Bertoloni, 34 – Roma
3475930259
Commenti recenti