Cuore e apnee notturne
Esiste una relazione tra i disturbi del sonno e la salute in generale e più in particolare con le patologie cardiache?
Si, da tempo siamo a conoscenza di questo importante rapporto.
Un sonno interrotto più volte nel corso della notte, ad esempio in una persona con severa insonnia o come si osserva nei soggetti con apnee notturne, attiva ripetutamente il sistema nervoso simpatico che promuove il rilascio di ormoni dello stress, con aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. Tutto ciò aumenta, nel tempo, il rischio di malattie cardiache.
Dal 2005 sappiamo inoltre che esiste una stretta relazione tra apnee notturne (OSAS) e patologia cardiaca e neurologica. Ancora, nel 2018 la Canadian Cardiovascular Society ha aggiornato le proprie linee guida sulla gestione di alcune patologie cardiache come la fibrillazione atriale, per raccomandare specificamente ai medici un approccio più intensivo e completo delle condizioni di rischio cardiovascolare come le apnee notturne.
La cura di questa patologia ha infatti dimostrato di ridurre la comparsa della fibrillazione atriale, migliorando contemporaneamente la qualità della vita.
Ma si fa abbastanza?
RELAZIONE TRA PATOLOGIE CARDIACHE E APNEE NOTTURNE
La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia più comune nella pratica clinica e può essere la conseguenza non riconosciuta di un quadro di apnee ostruttive nel sonno.
Il 50-60 % dei pazienti con Fibrillazione Atriale mostra infatti apnee notturne. Lo stesso succede al 30% dei pazienti con pregresso infarto, al 30-40% dei pazienti con scompenso cardiaco, al 30% dei soggetti con ipertensione arteriosa, per non parlare del 70-80% dei soggetti con diabete di tipo 2.
Di contro, individui con apnea grave hanno inoltre il doppio delle probabilità di presentare complicanze cardiache o eventi come infarto o ictus.
Sarebbe pertanto necessario, quanto prima, adottare appropriati programmi di screening per l’OSAS nel paziente cardiologico.
CONSEGUENZE NEURO-CIRCOLATORIE DELLE APNEE NOTTURNE
Le apnee notturne causano sia frammentazione del sonno che abbassamenti pericolosi e ripetuti dell’ossigenazione (ipossia). Quest’ultima può contribuire all’insorgenza di molti disturbi, come disturbi delle funzioni cognitive, riduzione della memoria, ansia, irritabilità, scarsa concentrazione, ma anche ischemie transitorie (TIA) o veri ictus.
COME SI IDENTIFICA UN PAZIENTE AFFETTO DA APNEE NOTTURNE (OSAS): L’IMPORTANZA DELLO SCREENING DEL SONNO
Due milioni di italiani soffrono di apnee notturne ma solo il 10 % di queste persone ha avuto una diagnosi. La maggior parte dei soggetti con apnee forse non avrà mai una cura se non cambierà l’atteggiamento generale in merito a questa patologia.
Sappiamo poi che tra il 40 e il 50% dei pazienti cardiologici presenta OSAS. Numeri enormi.
Una strategia innovativa per lo screening dei soggetti con OSAS dovrebbe essere quella di sottoporre a test del sonno tutti i pazienti con fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ipertensione resistente a terapia farmacologica e quelli con precedenti di eventi cardiologici o cerebrali (infarto, TIA, ictus).
Un test di screening per apnee notturne può essere effettuato ambulatorialmente così come una polisonnografia cardiorespiratoria domiciliare (quindi il paziente dorme a casa con il dispositivo) ed è relativamente poco costoso, sensibile e notevolmente specifico.
Raccomandazioni per il futuro
Lo scompenso cardiaco è la prima causa di ricovero medico in Italia. Le altre principali patologie cardiache colpiscono una importante quota di persone. Ma un cardiologo da solo non può affrontare la specificità clinica e tecnologica della diagnosi e della terapia di un disturbo del sonno.
Solo il lavoro in Equipe (che molti definiscono multidisciplinare ma che appare sempre di difficile attuazione) permette di essere maggiormente consapevoli delle implicazioni della mancata diagnosi e cura di una patologia come l’OSAS.
Ridurre il divario tra il mondo della Cardiologia e quello della Medicina del sonno diviene quindi imperativo e produrrà sicuramente grandi benefici ai pazienti.
La metodologia dei nostri Centri prevede sempre una integrazione multidisciplinare per la cura dei pazienti con disturbi del sonno e apnee notturne.
Riferimenti: Canadian Journal of Cardiology 2019 nov; 35 (11): 1426-1429