Fisiologia del sonno

Fisiologia del sonno

Perché abbiamo bisogno di dormire?

Chi non ha un buon risveglio o non dorme a sufficienza, ha la spiacevole sensazione che qualcosa di veramente importante non si sia verificato, e si sente quasi assalito dalla luce del mattino, tormentato dall’idea di alzarsi dal letto e angosciato dal pensiero di dover affrontare una nuova giornata senza le energie necessarie. Il disagio si esprime poi con l’intenso bisogno di dormire ancora o di farlo appena possibile, nel tentativo di ripristinare quell’equilibrio che sembra sfuggire.

Ma è veramente necessario dormire? E quanto? Cosa accade durante il sonno?

Durante le mie visite mediche con i pazienti affetti dai disturbi del sonno, provo spesso a semplificare la spiegazione sul sonno partendo da altre realtà meglio conosciute. Tutti noi sappiamo che una serie di comportamenti naturali sono assolutamente indispensabili per vivere, come bere, mangiare, riprodursi. Ebbene anche il sonno è tra questi. Per riposare, infatti, non è sufficiente sdraiarsi o rimanere inattivi, anche per ore.

È indispensabile dormire.

Il sonno è articolato in diverse fasi: una fase di addormentamento, una fase di sonno leggero (chiamato NonREM – NREM) seguita da una di sonno profondo (anch’essa con caratteristiche NREM) e una fase, meno chiara ma più suggestiva, di sogno (associato a rapidi movimenti degli occhi – REM); e tutto si ripete normalmente quattro o cinque volte per notte.Ecco in poche parole la struttura – l’architettura – del sonno. Comprendere la struttura del sonno è indispensabile per affrontare e rendere più efficace qualsiasi cura.

La Macrostruttura del Sonno

La regolazione del sonno dipende da tre ordini di fattori:

1. Un processo circadiano, legato al ritmo giorno/notte, che si ripete quindi ogni 24 ore (25 nell’uomo), controllato dall’orologio biologico interno; è un meccanismo ciclo sonno-veglia che non dipende dalle abitudini.

2. Un processo omeostatico, capace di autoregolarsi e pertanto di mantenere in equilibrio stabile le caratteristiche del meccanismo sonno/veglia, determinato dalla durata della veglia precedente; talora è anche definito come la propensione al sonno per stanchezza.

Published in Nature Reviews Neuroscience 2009 REM sleep and dreaming: towards a theory of protoconsciousness  J. Allan Hobson

3. Un processo ultradiano (che compare più volte nell’arco delle 24 ore) che regola l’alternanza del sonno nelle sue fasi: NREM e REM. Processi ultradiani sono legati all’attività ormonale e digestiva.

La quantità di sonno e la distribuzione relativa delle fasi di sonno NREM e di sonno REM si modifica nel corso della vita. La massima quantità di sonno si osserva nel neonato. Con il passare degli anni si riduce soprattutto la quantità del sonno REM. L’elettroencefalogramma (EEG) è da lungo tempo lo strumento di elezione per studiare il sonno. L’attività dei neuroni della corteccia cerebrale genera dei campi elettrici abbastanza intensi da essere registrabili attraverso la superficie del cranio mediante elettrodi applicati sul cuoio capelluto. I piccoli segnali che si registrano vengono amplificati e filtrati per produrre le registrazioni EEG.

Perdita di tempo o ricarica indispensabile?

Mentre si dorme, siamo senza dubbio più vulnerabili e per certi versi estremamente improduttivi: queste almeno erano nel passato alcune idee sul sonno.

Benjamin Franklin ricordava, scherzando, che ci sarebbe stato «… abbastanza tempo per dormire nella tomba».

Per molto tempo anche i ricercatori hanno giocato sulla apparente inutilità del sonno che pure era l’oggetto dei loro studi.

Uno dei più grandi neurofisiologi viventi, J. Allan Hobson, affermava provocatoriamente che l’unica nota funzione del sonno è quella di curare la sonnolenza.

Fino al 2006, i ricercatori non hanno dato un parere concorde per rispondere alla domanda “Perché dormiamo?”, anzi, hanno ritenuto che le teorie esposte fossero scientificamente deboli. Eppure, prima ancora che Alessandro Volta inventasse la pila, era diffusa l’idea del riposo come momento di “ricarica” determinante dell’esistenza, senza il quale la vita stessa non avrebbe avuto possibilità di svilupparsi.

Negli ultimi dieci anni, tuttavia, il mistero sembra aver lasciato il posto a una serie di modelli di indagine che stanno facendo luce sul perché una parte così rilevante della nostra vita venga spesa restando sdraiati e inerti, con gli occhi chiusi, non facendo nulla di particolarmente significativo o rilevante.

 Su queste basi si è diviso il sonno in Fasi o Stadi:

Stadio W (veglia tranquilla)

La coscienza si conserva anche se con gli occhi chiusi; tono muscolare da medio ad elevato; saltuari lenti movimenti degli occhi.

Stadio 1 del Sonno NREM

Stadio di “sospensione” (floating) con alternarsi tra coscienza (più o meno offuscata) e perdita di coscienza; tono muscolare da medio

ad elevato. singoli movimenti lenti degli occhi.

Stadio 2 NREM

Sonno vero e proprio con completa perdita di coscienza; tono muscolare medio-alto; di solito assenza di movimento degli occhi.

Stadio 3 NREM

“Sonno profondo” incipiente; tono muscolare medio-alto; movimenti oculari inattivi

Stadio 4 NREM

“Sonno profondo”; tono muscolare per lo più medio-alto, occasionalmente basso; nessun movimento degli occhi.

Gli stadi 1-4 nel loro insieme vengono indicati come Sonno non-REM (NREM). Gli stadi 3 e 4 insieme costituiscono lo slow-wave-sleep (SWS).

Separata da questi abbiamo poi ancora la fase REM; di solito il tono muscolare è del tutto scomparso ma si assiste al curioso fenomeno dei rapidi movimenti degli occhi, orizzontali o verticali, coniugati (entrambi gli occhi si muovono sincronicamente e concordemente); questo Stadio è stato così definito come Rapid Eye Movements: REM’s, da cui Sonno REM o fase REM).

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