LE APNEE NOTTURNE
L’apnea ostruttiva in #sonno compare quando dormendo i muscoli della gola si rilassano e quasi ad ogni respiro le vie respiratorie si bloccano parzialmente o totalmente; il #russamento è un sintomo molto importante che ci avverte della possibilità di avere, oltre ad un respiro notturno molto rumoroso, anche apnee ostruttive.
I pazienti di solito sono informati solo del #russare, mentre i familiari o i partner di letto, possono avvertire la presenza di vere paure del respiro nel sonno (osservazione delle #pauserespiratorie).
I sintomi principali di quella che viene definita Sindrome delle apnee ostruttive in sonno – OSAS – sono quindi il #russamento, l’osservazione delle #pauserespiratorie e l’evidenza di una eventuale #eccessivasonnolenza durante il giorno che può presentarsi come #stanchezza, #debolezza, difficoltà a concentrarsi oppure con vera #sonnolenza diurna.
Diversamente, nelle #apneecentrali il cervello non invia i segnali giusti ai muscoli che controllano la #respirazione; si tratta quindi di apnee “silenziose” ma altrettanto importanti.
In entrambi i tipi di apnea le persone vengono brevemente svegliate dalla mancanza di #ossigenoo dalla fatica che il corpo deve compiere per tornare a respirare.
Secondo le più autorevoli fonti mondiali, europee e Italiane, oltre il 20% degli adulti di età compresa tra i 30 e i 70 anni soffre di apnea notturna. Un dato forse sottostimato, dato che questa patologia, come ho più volte ricordato nei miei post, è ampiamente sottodiagnosticata.
In genere colpisce più gli uomini che le donne (dopo la menopausa invece, le donne hanno incidenza di malattia più simile agli uomini).
I FATTORI DI RISCHIO
Tra i fattori di rischio per l’apnea ostruttiva del sonno vi sono:
Il #sovrappeso e l’#obesita, la sindrome metabolica, il #diabete, le patologie della #tiroide, l’#ipertensione arteriosa, alterazioni della normale anatomia della mandibola o delle prime vie aeree (con spazio respiratorio ridotto), la congestione nasale cronica, vie aeree particolarmente ristrette, molte malattie cardiache e le patologie respiratorie croniche.
LE CONSEGUENZE NEUROLOGICHE DELLE APNEE NOTTURNE
L’apnea notturna provoca non solo carenza di ossigeno nelle cellule del corpo ma anche uno stato #infiammatorio generale che colpisce quasi tutti gli organi del corpo umano. Il cervello è influenzato negativamente da questa privazione di ossigeno, come ogni altro organo.
Le apnee non trattate possono influenzare le aree del cervello associate alla #memoria, all’#umore, al funzionamento esecutivo (capacità di pensiero di alto livello) e all’#attenzione; le apnee interferiscono poi con le #funzioniesecutive (la formazione di #concetti, il #processodecisionale, la flessibilità mentale e la risoluzione dei problemi), con la memoria procedurale ed episodica. I campi di osservazione sono ovviamente molteplici, ma l’esperienza dei pazienti è di grande aiuto.
C’È DELL’ALTRO: ICTUS E TIA
L’apnea notturna è legata all’#ictus: il 50% dei soggetti con #ictus o TIA (attacco ischemico transitorio) presenta anche apnee notturne. Gli ictus e i TIA, pur con la loro perdita di sostanza bianca del cervello, possono essere spesso asintomatici ed il danno procede senza che il paziente possa accorgersene.
RELAZIONE TRA PATOLOGIE CARDIACHE E APNEE NOTTURNE
La #Fibrillazioneatriale (FA) è l’aritmia più comune nella pratica clinica e può essere la conseguenza non riconosciuta di un quadro di apnee ostruttive nel sonno. Il 50-60 % dei pazienti con Fibrillazione Atriale mostra infatti apnee notturne. Lo stesso succede al 30% dei pazienti con pregresso infarto, al 30-40% dei pazienti con scompenso cardiaco, al 30% dei soggetti con ipertensione arteriosa, per non parlare del 70-80% dei soggetti con diabete di tipo 2.
Di contro, individui con apnea grave hanno il doppio delle probabilità di presentare complicanze cardiache o eventi come infarto o ictus.
CONSEGUENZE GENERALI DELLE APNEE NOTTURNE
Le apnee notturne causano sia frammentazione del sonno che abbassamenti pericolosi e ripetuti dell’ossigenazione (ipossia). Questi due fattori costituiscono la base per la maggior parte delle complicanze delle apnee ostruttive in sonno – OSAS (metaboliche, endocrinologiche, immunologiche, cardiocircolatorie, neurologiche, disturbi cognitivi e depressione), ma sono elementi poco conosciuti dai pazienti russatori e dai loro familiari, che troppo spesso identificano e sperano di spiegare e risolvere tutto con provvedimenti sul “rumore” respiratorio o sul naso.
LA DIAGNOSI DI APNEE NOTTURNE
L’apnea notturna può essere diagnosticata in modo definitivo solo con uno studio del sonno noto anche con il nome di #polisonnografia.
Se sospetti di avere apnee notturne, parla con il tuo medico per ottenere un invio ad uno specialista del sonno. L’apnea notturna può essere diagnosticata in modo definitivo solo con uno studio del sonno noto anche con il nome di polisonnografia.
Durante una polisonnografia si registrano informazioni sui movimenti degli occhi e delle gambe, l’attività cerebrale, la frequenza respiratoria, l’ossigeno nel sangue, l’elettrocardiogramma e la pressione arteriosa durante il sonno. Questi dati indicheranno il tuo indice di apnea-ipopnea (AHI) che è il numero di apnee che subisci in un’ora. Può così essere diagnosticata un’apnea notturna lieve, moderata o grave e questo consente di determinare la terapia necessaria.
L’apnea notturna ostruttiva può variare da lieve a grave, in base a un sistema di misurazione chiamato indice di apnea-ipopnea index (AHI). L’AHI misura il numero di pause respiratorie (apnee o ipopnee) che si verificano per ora di sonno.
L’apnea notturna ostruttiva è classificata in base alla gravità:
L’apnea notturna ostruttiva grave significa che AHI è superiore a 30 (più di 30 episodi all’ora)
L’apnea notturna ostruttiva moderata significa che AHI è compreso tra 15 e 30
L’apnea notturna ostruttiva lieve significa che AHI è compreso tra 5 e 15
TRATTAMENTI DELL’APNEA DEL SONNO
I medici utilizzano numerose strategie per trattare l’apnea del sonno. La più comune è la macchina a pressione positiva continua delle vie aeree detta anche #cpap, che mantiene aperte le vie aeree durante il sonno ed evita che si realizzino le apnee.
Esistono anche molti altri accorgimenti terapeutici, che dipendono in grande misura dai risultati dello studio polisonnografico e dall’anamnesi del paziente (condizioni cliniche generali e presenza di altre patologie) dalla gravità della patologia e dalla accettazione delle terapie da parte del paziente stesso.
I cambiamenti nello stile di vita sono un buon punto di partenza.
Poi dieta, miglioramento della nutrizione, esercizio fisico, logopedia, rinuncia ad alcool e sigarette, a volte terapia medica (farmacologica).
Ma anche la preparazione di dispositivi odontoiatrici che aumentano lo spazio respiratorio o la più moderna chirurgia otorinolaringoiatrica, sempre nei casi con appropriata indicazione e mai come unico rimedio terapeutico.
Nel mio centro, seguo con massima cura sia gli aspetti diagnostici che l’organizzazione della terapia dei pazienti affetti da apnee notturne. E abbiamo specialisti che attuano test neuro-cognitivi estremamente utili.
Anche se è difficile convincere una persona, spesso è ignara di andare in apnea e giunta in studio quasi controvoglia su pressione di un familiare perché russa (disturba il sonno di altri) e “interrompe il respiro”, sono necessarie cure appropriate alla gravità del problema per una rapida soluzione del quadro clinico e un netto miglioramento delle prospettive future.
In ogni caso, l’ampia gamma di trattamenti disponibili, offre al paziente molte vie d’uscita da queste problematiche, che ricordo, oltre a creare i problemi di cui abbiamo parlato, riducono inevitabilmente la sopravvivenza media di chi è affetto da apnee notturne di grado severo.
COSTI SANITARI E SOCIALI DELL’OSAS NON DIAGNOSTICATA
in Italia, l’impatto dei costi diretti ed indiretti della patologia, per chi vive con apnea notturna non trattata, è molto significativo in termini di qualità della vita e rischi per la salute a lungo termine, così come considerevoli sono le spese vive affrontate da Aziende e Sistemi Sanitari Europei.
Dati del Ministero della Salute del Maggio 2016 confermano che, prima della diagnosi, un soggetto affetto da OSAS utilizzi in modo maggiore i servizi sanitari e necessiti di più ricoveri rispetto al resto della popolazione. In particolare, il costo della mancata diagnosi di OSAS pesa sulla nostra economia per circa 6 MLD di euro ogni anno.
Il 55% di questi costi sono legati per lo più al trattamento delle patologie connesse all’OSAS (malattie cardiovascolari o neurologiche) mentre solo una esigua parte delle risorse viene utilizzata per la diagnosi e la terapia della patologia.
Il restante 45% dei costi, sono rappresentati dalle spese affrontate per incidenti d’auto, nel mondo del lavoro e per ridotta produttività.
COSA RICORDARE DI IMPORTANTE
E’ necessario evitare l’improvvisazione.
Sottoporsi a un’analisi del sonno (polisonnografia) può aiutare ad affrontare l’apnea notturna e ridurre il rischio di gravi complicazioni in futuro.
Seguire una corretta #terapia con uno specialista in Medicina Interna che coordina abitualmente tutti gli aspetti in questione, potrebbe fare la differenza.
Le apnee notturne non trattate sono associate ad una numerosa e varia serie di complicanze a medio e lungo termine.
Molte persone non si rendono conto (anche per anni) di soffrire di apnea notturna; non se ne accorgono se non in presenza di sintomi gravi come il soffocamento notturno o per il racconto di partner o parenti.
Se hai eccessiva sonnolenza diurna o il tuo partner nota sintomi come russare o ansimare, parla con il tuo medico e chiedi informazioni su come ottenere uno studio del sonno.
Si può morire di apnea notturna?
E’ improbabile che una singola apnea determini la morte di un paziente.
Ma le apnee notturne non trattate possono condurre a complicazioni di salute gravi e potenzialmente fatali.
Queste includono insufficienza cardiaca, ischemia cardiaca, pericolose aritmie, diabete, ictus e alcuni tipi di cancro.
Le persone con apnea notturna, spesso provano eccessiva sonnolenza diurna, fenomeno che può aumentare il rischio di #incidentistradali mortali e #incidenti nel mondo del #lavoro.
Prof. Dott. Francesco Peverini
Specialista in Medicina Interna
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