DALLA DIAGNOSI ALLE CURE: UNA IMPORTANTE RELAZIONE CLINICA
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) è uno dei più rilevanti quadri patologici studiati negli ultimi 50 anni, per il suo particolare impatto su tutti gli organi e sistemi e sulla riduzione della qualità della vita. Le apnee ostruttive in sonno – OSAS, da “sindrome delle apnee ostruttive in sonno” – e il Diabete mellito di tipo 2 – una malattia metabolica cronica caratterizzata da iperglicemia (valori di glicemia elevati) persistente e aumento del peso corporeo dovuto a sua volta ad alterata secrezione di insulina o resistenza alle azioni periferiche dell’insulina o a entrambe le situazioni – condividono l’obesità come importante fattore di rischio.
La fatica e il peso sono strettamente intrecciati.
Essere sovrappeso significa lavorare di più per svolgere semplici compiti fisici come salire le scale e camminare per arrivare alla fermata dell’autobus. Cibi ipercalorici e poco nutrienti possono contribuire all’aumento di peso e portare a profonda stanchezza per tutta la giornata.
Una corporatura di grandi dimensioni può inoltre interferire con il sonno notturno in quanto aumenta le possibilità di soffrire di apnee notturne.
Peso corporeo aumentato, Diabete tipo 2 e Apnee notturne – OSAS sono condizioni strettamente correlate, molto più di quanto si immagini e per chi si occupa di apnee notturne questi dati sollevano la domanda se il trattamento dell’OSAS possa anche aiutare le cure per obesità e per il Diabete.
I numeri ci dicono che l’OSAS di grado moderato o severo è presente nel 53% degli individui diabetici (e la semplice presenza di apnee è rintracciabile fino all’86% di chi è affetto da Diabete).
D’altra parte, il 50% dei soggetti affetti da obesità presenta OSAS di grado moderato o severo e l’aumento del peso corrisponde ad un aggravamento dell’OSAS.
Infine, è ampiamente conosciuto che un individuo in sovrappeso o obeso, corre un rischio maggiore (80 volte più di un soggetto normopeso) di sviluppare il Diabete di tipo 2, in particolare se ha un eccesso di peso intorno alla pancia (grasso viscerale).
Gli studi suggeriscono infatti che il grasso addominale induce le cellule adipose a rilasciare sostanze chimiche “pro-infiammatorie”, che possono rendere il corpo meno sensibile e meno capace di rispondere all’insulina.
Sembrerebbe tutto facile: sei in sovrappeso, presenti Diabete tipo 2, hai quindi in realtà un’alta probabilità di soffrire di apnee notturne. Questi i dati che sono presenti nella letteratura scientifica da molti anni.
Molti soggetti dovrebbero aver ricevuto una diagnosi e una cura per l’alta probabilità di avere apnee notturne – OSAS ma non è così. Una patologia come l’OSAS, che è presente in circa 2 milioni di soggetti in Italia è invece poco conosciuta e molto sottostimata.
A tutt’oggi è ancora troppo ampio il numero di pazienti e di responsabili della sanità che continuano a dare scarsa importanza ai disturbi del sonno, in particolare all’OSAS, considerando con molta leggerezza le apnee notturne, alla stregua di un problema di russamento o di benessere. Una vera pietra d’inciampo.
Di conseguenza, resta ancora eccessivo il numero di pazienti non diagnosticati o non trattati, con gravi ripercussioni sull’incidenza delle principali complicanze mediche dell’OSAS, come aritmie, infarto e ictus e aumentati costi sociali.
L’OSAS rappresenta infatti un quadro clinico molto subdolo. E’ un frequente disturbo del sonno caratterizzato da russamento, sonnolenza e episodi ricorrenti di parziale o completa ostruzione delle vie aeree superiori, associato a un aumento dell’incidenza di gravi patologie cardiovascolari (aritmie e infarto), neurologiche (ictus) e persino della mortalità.
L’OSAS, inoltre, frammenta il sonno e il riposo, provocando eccessiva sonnolenza diurna e gli imprevedibili colpi di sonno, con i temuti incidenti al volante e sul posto di lavoro.
Nonostante questo allarmante scenario, i pazienti attualmente diagnosticati e trattati, sono da troppi anni, nella più ottimistica delle ipotesi, il 5-8% del totale.
L’impatto delle apnee notturne su una persona, va ben oltre la sensazione di stanchezza mattutina, del #russamento, della fame d’aria.
Per le persone con #Diabete di tipo 2, le apnee notturne possono influenzare i livelli di #glucosio in ogni momento, anche di giorno, modificare il modo in cui il corpo risponde all’insulina e svolgere un ruolo problematico nelle complicanze del Diabete nel corso della vita.
Ciò che sorprende è la facilità, la semplicità, con cui oggi si potrebbe fare diagnosi di OSAS nelle popolazioni a rischio, intervistando con specifiche domande i pazienti affetti da Diabete di tipo 2 o i soggetti obesi, adottando nella pratica clinica test di screening per una valutazione del potenziale rischio di apnea ostruttiva in sonno.
TEST DI SCREENING
Esistono diversi questionari di screening che possono essere utilizzati per identificare i soggetti con Diabete a più alto rischio di OSAS; e poiché l’obesità patologica è una caratteristica comune sia nel Diabete di tipo 2 che nell’OSAS, la polisonnografia dovrebbe essere considerata uno strumento di screening in individui con questa triplice condizione di alto rischio. Uno di essi, che indaga la sonnolenza diurna, è il test della Scala di Epworth. Un altro, che indaga i fattori di rischio, è il test STOP BANG. Sono entrambi riportati in un post successivo.
PERCHÉ LE APNEE NOTTURNE SONO PIÙ COMUNI NEL DIABETE DI TIPO 2 ?
Tra i meccanismi implicati nella genesi delle apnee notturne non c’è solo quello anatomico (con alterazioni della normale struttura delle prime vie aeree – palato, lingua), ma sono coinvolti alternativamente o insieme diversi altri fattori: alterazione della funzione muscolare nelle vie aeree superiori, la neuropatia faringea, alterazioni del riconoscimento dei livelli di ossigeno e CO2 nel sangue, capacità di reagire agli stimoli come l’apnea (soglia di arousal), infine lo spostamento dei liquidi corporei in eccesso verso il collo una volta raggiunta la posizione per dormire.
I soggetti diabetici vedono alterate numerose funzioni e tra queste quelle che determinano più facilmente apnee ostruttive. Una condizione sembra inoltre peggiorare l’altra se non si affrontano entrambe le patologie.
Le apnee notturne (OSAS) costituiscono, inoltre, un rilevante fattore di rischio anche per chi, come lavoro, guida autoveicoli. Questo pericolo aumenta significativamente in presenza di obesità, di circonferenza del collo maggiore di 43 cm, di ipertensione, di russamento e di sonnolenza diurna.
L’obesità è una ulteriore comorbidità (patologia concomitante) riconosciuta del Diabete di tipo 2 e aumenta la probabilità o lo sviluppo di apnee notturne. I depositi di cellule adipose nel collo (palato, lingua) possono ridurre gli spazi delle alte vie respiratorie e il grasso addominale può comprimere la parete toracica, entrambi peggiorando la respirazione mentre si è sdraiati o si dorme.
L’APNEA NOTTURNA INFLUISCE SULLA GLICEMIA?
Sì, sicuramente.
Lo stress che il corpo affronta nel contrastare le apnee notturne, attiva diverse risposte ormonali in grado di far aumentare i livelli di glicemia e la #insulinoresistenza. Nel tempo, questi livelli di glucosio persistentemente più elevati portano ad una più difficile gestione della malattia diabetica.
Accade anche che quando i livelli di zucchero nel sangue sono bassi (ipoglicemia), il paziente può sperimentare un sonno agitato, incubi, sudorazione notturna e altro ancora. Questo crea un ciclo infinito di fluttuazioni dei livelli di glicemia che possono essere di difficile gestione.
Oltre al suo effetto sui livelli di glucosio, le apnee notturne sono quindi associate ad un #sonno di scarsa qualità e condizionano un peggioramento della #pressionearteriosa, alterano la funzione cardiaca con aumentato rischio di eventi cardiovascolari come #insufficienzacardiaca, #aritmie, #infarto, #ictus e riducono le prestazioni intellettuali e di #apprendimento procedurale.
Le apnee hanno anche un importante impatto sugli ormoni della fame (aumento della grelina) e questa condizione rende più difficile controllare l’appetito e prendere decisioni sane riguardo al cibo per coloro che manifestano apnee in sonno. Questo conduce inevitabilmente ad un aumento di #peso, che complica ulteriormente la gestione del Diabete.
COME GESTIRE APNEE NOTTURNE E DIABETE
Si inizia con il seguire le attività standard per una efficace gestione del Diabete (mantenere i livelli di glucosio entro i limiti, scelte alimentari sane, esercizio fisico regolare e assunzione di farmaci come prescritto dai medici).
Ridurre il peso corporeo è ovviamente indispensabile.
Può essere molto rilevante, il completamento delle indagini con uno studio del sonno notturno chiamato #polisonnografia.
LA POLISONNOGRAFIA
Una diagnosi medica di certezza per le apnee notturne richiede uno studio strumentale del sonno durante il quale una persona dorme con alcuni sensori attaccati al proprio corpo e viene monitorata per tutta la notte, appunto la polisonnografia. Solo così possiamo avere tulle le informazioni utili ad impostare una corretta terapia.
PERCHÉ CERCARE ASSISTENZA MEDICA
L’apnea notturna non trattata, nel tempo, può peggiorare ulteriormente le complicanze già note del Diabete di tipo 2 (ma anche di tipo 1), sommando gli effetti negativi di entrambe le condizioni.
Si parla principalmente di complicanze #macrovascolari e microvascolari che generano nel tempo gli incidenti cardiovascolari già elencati ma anche la #retinopatia o la #neuropatiadiabetica.
Se convivi con il Diabete di tipo 2 e le apnee notturne e sei in sovrappeso, parla con il tuo medico per sottoporti ad uno screening diagnostico con un esame polisonnografico.
I sintomi delle apnee notturne di solito sono abbastanza evidenti per il partner che condivide il tuo letto o i familiari, quindi non ignorarli se si lamentano del russare o dei rumori allarmanti del tuo respiro durante la notte.
Per contrastare questo sfavorevole cocktail di patologie è quindi sufficiente porre diagnosi di apnee notturne – OSAS con un esame polisonnografico e trattare poi la patologia con una terapia ventilatoria a pressione positiva o se possibile con altri trattamenti, che oltre a curare efficacemente le apnee migliorano significativamente la glicemia, riducono il peso corporeo e ottimizzano in generale la salute metabolica.
Se ti senti costantemente affaticato o sonnolento durante il giorno, ricevi lamentele dal tuo partner o dai colleghi di lavoro o semplicemente non ti senti te stesso ultimamente, consulta il tuo medico il prima possibile.
Sottoporsi a un’analisi del sonno può aiutarti ad affrontare l’apnea notturna e ridurre il rischio di gravi complicazioni in futuro.
Prof. Dott. Francesco Peverini
Specialista in Medicina Interna
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